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Il boreout: quando il lavoro perde di senso

Mentre il mondo del lavoro continua a evolversi a ritmo serrato, un fenomeno sempre più diffuso sta catturando l'attenzione di Manager ed HR: il boreout. Non si tratta della classica "giornata no" in ufficio o di un momentaneo calo di motivazione. Stiamo parlando di una condizione che sta silenziosamente influenzando la produttività e il benessere di un numero crescente di persone.


I dati sono inequivocabili: secondo le ultime ricerche di Gallup, oltre il 60% dei dipendenti si sente disconnesso dal proprio lavoro, con un trend in crescita rispetto agli anni precedenti. Ma cosa significa realmente questo dato? Stiamo assistendo a una trasformazione profonda del rapporto tra persone e lavoro, dove la sfida non è più solo mantenere i talenti, ma mantenerli realmente coinvolti e realizzati.


Contenuti dell'articolo:



A bored employee sleeping on the desk

Cos'è il boreout? Ecco la definizione di boreout e la differenza con il burnout

Il boreout è una condizione di malessere professionale caratterizzata da un profondo senso di noia e perdita di significato nel proprio lavoro.


A differenza del burnout, dove il dipendente è sopraffatto dallo stress e dal carico di lavoro, nel boreout la persona soffre per la mancanza di stimoli, responsabilità significative o sfide professionali. Questo stato può manifestarsi anche in presenza di mansioni apparentemente impegnative, quando il lavoratore non percepisce più il valore e lo scopo del proprio contributo all'organizzazione, portando a un progressivo distacco emotivo e professionale.


Come riconoscere i segnali del boreout

Il boreout si manifesta attraverso diversi segnali che manager e HR possono imparare a riconoscere. Vediamo i principali:


  • Calo dell'iniziativa nelle riunioni e nei progetti

  • Pattern ricorrenti di assenteismo 

  • Distacco emotivo dalle attività di gruppo

  • Tendenza all'isolamento dai colleghi


Questi segnali non sono sempre evidenti come potremmo pensare. Immaginate un collaboratore che fino a sei mesi fa era il primo a proporre idee durante i brainstorming e ora si limita ad annuire silenziosamente. O quel collega che un tempo era il punto di riferimento per i progetti innovativi e oggi trova sempre una scusa per non partecipare alle iniziative di team. Sono questi i primi campanelli d'allarme che un manager attento dovrebbe cogliere.

Un dipendente che sta scivolando nel boreout mostra tipicamente:


  • Rallentamento progressivo nei tempi di delivery

  • Qualità del lavoro altalenante

  • Resistenza passiva ai nuovi progetti

  • Mancanza di proattività nel problem-solving


Nel contesto lavorativo attuale, dove smart working e collaborazione digitale sono la norma, questi indicatori assumono nuove sfumature. La resistenza ai nuovi progetti non si manifesta più solo con un "no" esplicito, ma può nascondersi dietro a ritardi nelle risposte alle email, partecipazione passiva alle video call o continui rinvii delle deadline. In un ambiente ibrido, la capacità di identificare questi segnali diventa ancora più cruciale.


Half empty office

Il costo nascosto del boreout

L'impatto economico del boreout è più significativo di quanto si possa immaginare. Secondo le analisi di Deloitte, una singola posizione affetta da questa condizione può costare all'azienda fino a 15.000 euro all'anno in termini di produttività persa. Moltiplicato per il numero di dipendenti potenzialmente coinvolti, il costo per le organizzazioni diventa considerevole. Gallup stima che il disengagement complessivo costi all'economia globale circa 8,8 trilioni di dollari all'anno.

Per le organizzazioni l'impatto si riflette su:


  • Produttività complessiva dei team

  • Tassi di retention dei talenti

  • Clima e cultura aziendale

  • Costi diretti e indiretti


saving pig

Il ruolo dell'AI nel prevenire il boreout

L'intelligenza artificiale sta rivoluzionando il modo in cui monitoriamo e gestiamo il benessere organizzativo. Non si tratta più di semplici survey periodiche, ma di analisi continue e multifattoriali che considerano diverse variabili: dai pattern di comunicazione alle interazioni nei team, dall'utilizzo delle risorse aziendali ai feedback informali. Questi sistemi possono identificare segnali precoci di boreout con una precisione che supera l'80%.


Punti chiave dell'innovazione

  • Monitoraggio preventivo attraverso analytics avanzate

  • Coaching personalizzato basato sui dati

  • Feedback loop continuo tra dipendenti e organizzazione


AI written on a whiteboard

Dal monitoraggio all'azione: strategie concrete per risolvere il boreout

L'identificazione del boreout è solo il primo passo. Ciò che fa la differenza è la capacità di attivare interventi mirati ed efficaci. Le organizzazioni più innovative stanno adottando un approccio ibrido che combina tecnologia e intervento umano.

Il monitoraggio del benessere organizzativo non può più essere un evento annuale. Le aziende leader stanno implementando sistemi di pulse survey integrate con analisi comportamentali continue. Questo permette di:


  • Raccogliere feedback in tempo reale

  • Identificare trend emergenti

  • Misurare l'efficacia degli interventi

  • Prevedere potenziali aree di criticità


Il vero valore di un approccio data-driven sta nella capacità di misurare e migliorare continuamente. Alcune delle metriche chiave da monitorare includono:


  • Engagement score

  • Retention rate

  • Team satisfaction index


Le organizzazioni che hanno implementato questi modelli ciclici di misurazione-intervento-valutazione riportano un ROI medio del 250% sui loro investimenti in wellbeing.


La vera innovazione risiede nel modo in cui questi elementi si integrano in un ecosistema coerente. Non si tratta più di iniziative isolate, ma di una strategia olistica che mette il benessere dei dipendenti al centro della trasformazione digitale. Le aziende che hanno abbracciato questo approccio non solo hanno ridotto significativamente i casi di boreout, ma hanno anche creato ambienti di lavoro più dinamici e sostenibili.


I risultati parlano chiaro: riduzione del turnover del 40%, aumento della produttività del 35% e, soprattutto, un incremento significativo nel numero di dipendenti che si dichiarano "altamente coinvolti" nel proprio lavoro. Questi non sono solo numeri: sono la prova che investire in un approccio scientifico al wellbeing organizzativo non è solo eticamente corretto, ma anche economicamente vantaggioso.



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