Nel cuore pulsante del mercato del lavoro moderno, si nasconde un'enorme riserva di talenti inesplorati. Questi "lavoratori nascosti" — individui qualificati e desiderosi di contribuire ma sistematicamente trascurati dai processi di assunzione tradizionali — rappresentano un'opportunità non solo per colmare le carenze di competenze ma anche per arricchire la diversità e l'innovazione nelle aziende. Scopriamo insieme chi sono questi lavoratori nascosti e come possono trasformare le sfide del mercato del lavoro in opportunità di crescita e sviluppo per le organizzazioni moderne.
Contenuti dell'articolo:
Chi sono i talenti invisibili
Nell'attuale panorama lavorativo, esiste un vasto bacino di talenti e competenze ancora inespresse, rappresentate da coloro che vengono definiti "Lavoratori Nascosti". Questi individui, pieni di entusiasmo e desiderio di contribuire, si trovano costantemente esclusi dai tradizionali processi di reclutamento, che spesso falliscono nel riconoscere il loro immenso valore potenziale. È importante sottolineare che il termine "Nascosti" non implica una scelta volontaria di rimanere invisibili, bensì descrive una situazione in cui ostacoli sistematici impediscono il loro ingresso nel mercato del lavoro, nonostante i loro sforzi attivi per trovare un impiego.
Questo vasto gruppo può essere suddiviso in tre macro categorie:
Ore mancanti: coloro che desiderano lavorare più ore delle attuali
Assenti dal lavoro: coloro che sono stati disoccupati per lunghi periodi nonostante la ricerca attiva
Assenti dalla forza lavorativa: coloro che, pur non cercando attivamente, sarebbero pronti a cogliere le giuste opportunità lavorative
All'interno di queste categorie troviamo diversi sotto gruppi, tra i quali:
Caregivers impegnati nell'assistenza familiare
Immigrati e rifugiati che devono superare barriere linguistiche e culturali
Persone con disabilità fisiche o mentali
Coniugi trasferiti che faticano a mantenere una continuità professionale
Ex detenuti che affrontano pregiudizi legati al loro passato
Individui privi di qualifiche formali ma ricchi di esperienze di vita preziose
Membri di comunità sotto-rappresentate o marginalizzate, come minoranze etniche, persone LGBTQ+ e lavoratori anziani, che devono affrontare bias sistemici che limitano le loro opportunità.
Questi "Lavoratori Nascosti" rappresentano un tesoro di talenti, prospettive e conoscenze uniche, troppo spesso trascurato e sottovalutato. Riconoscere e valorizzare queste risorse preziose non solo arricchirebbe il nostro tessuto lavorativo, ma aprirebbe anche nuove porte all'innovazione, alla diversità e all'equità nel mondo del lavoro.
Perché vengono esclusi
L'esclusione dei "Lavoratori Nascosti" dai processi di assunzione è spesso il risultato di un bias culturale profondamente radicato. Questo pregiudizio si manifesta attraverso preconcetti inconsci che influenzano le decisioni di assunzione, portando a valutare i candidati non solo in base alle loro effettive competenze, ma anche in base alla loro conformità a norme e aspettative culturalmente condivise.
Non solo, la ricerca condotta dalla Harvard Business School evidenzia altre barriere che impediscono a questi lavoratori nascosti di essere considerati per un impiego: tecnologie avanzate e sistemi di ATS (Applicant Tracking System), sebbene progettati per l'efficienza, spesso eliminano candidati basandosi su criteri stretti e predefiniti che non necessariamente corrispondono alle prestazioni lavorative. Questi sistemi sono particolarmente severi con i percorsi di carriera non tradizionali o le qualifiche non convenzionali, marginalizzando così un enorme quantità di talenti.
Per integrare veramente la hidden workforce, le aziende devono sfidare attivamente questi pregiudizi radicati e rivedere i processi di selezione anche attraverso un'educazione e una formazione mirate per i team HR, al fine di imparare a riconoscere e valorizzare diversi tipi di competenze e percorsi di vita.
L'assunzione inclusiva come strategia di business
Contrariamente all'opinione diffusa, abbracciare l'assunzione dei "Lavoratori Nascosti" non rappresenta solamente un imperativo etico, bensì una valida strategia aziendale. Lo studio evidenzia come le aziende che si aprono a questa strada abbiano una probabilità inferiore del 36% di dover affrontare carenze di talenti e competenze. Inoltre, questi lavoratori spesso superano i loro colleghi in aree cruciali come produttività e innovazione. L'apertura verso percorsi di carriera non convenzionali e l'apprezzamento di competenze acquisite attraverso esperienze di vita uniche non solo arricchiscono l'ambiente lavorativo con una maggiore diversità di prospettive, ma consentono anche alle aziende di attingere a un bacino di talenti altrimenti inesplorato. Abbracciare l'inclusione è una solida strategia aziendale in grado di offrire un vantaggio competitivo in un panorama lavorativo in rapida evoluzione.
Le organizzazioni che comprendono appieno il valore dei "Lavoratori Nascosti" e adottano politiche di assunzione inclusive non solo promuovono la DEI ma si posizionano anche per eccellere in termini di innovazione, produttività e capacità di attrarre e trattenere i migliori talenti. In un mondo globalizzato e altamente competitivo, questa apertura mentale può rivelarsi la chiave per il successo a lungo termine.
Come includere l'Hidden Workforce nella strategia di recruiting
Per affrontare efficacemente la carenza di competenze e talenti, le aziende devono ripensare radicalmente il loro approccio all'acquisizione di talenti, attraverso una serie di azioni mirate.
In primo luogo, è fondamentale riesaminare da zero le descrizioni dei lavori, concentrandosi su un elenco limitato di competenze e esperienze imprescindibili, anziché su un profilo di candidato oberato da requisiti ereditati e attributi "preferibili".
In secondo luogo, i sistemi di tracciamento dei candidati (ATS/RMS) dovrebbero passare da una logica "negativa" che esclude i candidati sulla base di variabili come l'assenza di un titolo di studio o gap lavorativi, ad una logica "affermativa" che identifichi proattivamente i candidati con le competenze e le esperienze specifiche associate al ruolo.
Inoltre, è necessario stabilire nuove metriche per valutare l'efficacia dei processi di acquisizione di talenti, abbandonando l'enfasi sulla mera riduzione dei costi. I recruiter dovrebbero essere valutati in base a parametri come il tempo necessario ai nuovi assunti per raggiungere i livelli di produttività attesi, i tassi di turnover e di avanzamento di carriera all'interno dell'azienda. Questo approccio metterà in risalto la capacità di attrarre e trattenere i talenti, massimizzando il potenziale delle risorse umane.
Occorre poi spostare la prospettiva che giustifica queste assunzioni dall'ambito della responsabilità sociale d'impresa (CSR) a quello del ritorno sull'investimento (ROI). In questo modo si eviterà di minare la legittimità del loro impiego agli occhi dei colleghi e consentirà loro di esprimere appieno il loro potenziale.
Le aziende dovrebbero poi concentrarsi sui segmenti di "Lavoratori Nascosti" più adatti alle loro esigenze, personalizzando gli investimenti in formazione e adeguamenti per massimizzare la produttività.
Infine, è cruciale preparare l'organizzazione ad accogliere e integrare i "Lavoratori Nascosti", sensibilizzando la forza lavoro sui vantaggi e i benefici che questo apporta all'azienda. I dipendenti, in particolare i manager e i colleghi diretti, dovrebbero essere aiutati a comprendere meglio le circostanze e le sfide affrontate dai nuovi assunti.
Il percorso tracciato
In un'epoca di rapidi cambiamenti e crescente competizione per attirare e trattenere i migliori talenti, abbracciare i "Lavoratori Nascosti" non è solo una questione di equità e inclusione, ma una solida strategia aziendale. Sfidando i pregiudizi radicati e ripensando i processi di reclutamento, le aziende possono attingere a una vastissima riserva di talenti, esperienze e prospettive uniche. Questo approccio innovativo porterà a un ambiente di lavoro diversificato, produttivo e all'avanguardia, posizionando le organizzazioni per il successo a lungo termine. È giunto il momento di abbracciare e valorizzare questa forza lavoro nascosta, sbloccando il suo immenso potenziale e trasformando le sfide odierne in opportunità per un futuro più inclusivo e prospero.
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